Le persone come Enrico Di Giacomo, photoreporter di Messina, autore dello scatto pubblicato martedì scorso su Il Fatto Quotidiano e minacciato di querela dal Presidente della Regione, rappresentano il meglio di cui Messina dispone, sia dal punto di vista professionale sia da quello umano. E’ preoccupante e disgustoso il comportamento di certi politici che, per il ruolo che ricoprono, provano a intimidire con menzogne chi, al contrario loro, agisce con onestà intellettuale. È altrettanto preoccupante che la foto sia stata pubblicata solo da un quotidiano nazionale e invece non ci sia traccia su quello cittadino e su quelli regionali.
Lo scatto che ritrae il Governatore, Raffaele Lombardo, e il Sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, sorridenti sulle macerie di Giampilieri, secondo il Presidente della Regione, sarebbe “frutto di un fotomontaggio”. Questa accusa è una calunnia altamente diffamante. Essendo Enrico, non solo un professionista, ma prima di tutto una persona onesta, non ha nulla da temere e infatti ha già annunciato che anticiperà i tempi: “Sarò io a consegnare all’Autorità giudiziaria, insieme alla querela per diffamazione per le affermazioni sul preteso fotomontaggio, il documento originale e chiederò espressamente che venga disposto l’accertamento tecnico sulla genuinità dell’immagine”. Chi lo conosce, anche poco come me, non ha il minimo dubbio a pensare che la Giustizia gli darà ragione.
Da qualche mese chi amministra preferisce ricorrere, in mancanza di progetti concreti e di fatti da dimostrare, al “mezzuccio” della querela in difesa dell’onore e di una presunta dignità violata. Chi amministra querela e non risponde ai cittadini. Querela e non dimostra il contrario di ciò che è stato detto. Insieme alla città si vuol far finire nel fango anche la libertà di stampa. L’onore di Messina si difende garantendo i diritti fondamentali degli uomini. Primi fra tutti, la sicurezza e il diritto ad essere informati. Diffama Messina chi non sa proteggerla e tutelarla, non chi denuncia l’incapacità degli amministratori.
Sei mesi fa, il Sindaco di Messina, Giuseppe Buzzanca, ha annunciato la querela, notificata il mese scorso, al giornalista Antonello Caporale che aveva definito le città dello Stretto due cloache. Tre settimane fa è crollata la montagna di Giampilieri causando la morte di 36 persone. Basterebbe questo, in sede di giudizio, a dimostrare la validità della frase pronunciata dal giornalista di Repubblica, che chiedendo scusa ai cittadini, ha chiarito che non si riferiva a loro ma a chi li amministra.
Querelare è un modo vigliacco per aggirare il problema. Per sembrare forti, quando forti non si è. Per comunicare un senso di potenza che andrà in frantumi come le montagne di Giampilieri. Per alimentare la politica delle parole vuote a scapito dei fatti concreti.Buzzanca, convinto di vincere in Tribunale, pensa forse che, grazie alle querele, riuscirà a risanare le casse del Comune. Ignora il fatto che si spenderanno altri soldi inutilmente perché si tratta di cause perse in partenza. Così, senza esclusione di colpi, ha querelato anche il deputato Carmelo Briguglio, suo collega di partito, e tutti coloro “che – si legge nel comunicato – hanno contribuito a ledere l’immagine di Messina”. Dare un giudizio politico, come ha fatto, nei giorni scorsi, il vice capogruppo del Pdl alla Camera, Carmelo Briguglio, non significa offendere la città, significa richiamare alle responsabilità. Responsabilità a carico di “amministratori locali incapaci – ha affermato il deputato - di dare sicurezza alla popolazione negando piani di protezione civile efficaci, non approntando in passato piani di evacuazione la cui assenza ha certamente alimentato gli esiti devastanti”.