L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

mercoledì 29 aprile 2009

Vi ho visto oggi. Grazie alla diretta web vi ho visto. L’ho fatto da Bologna, dove facevo tappa per lavoro. L’avrei fatto da qualunque posto al mondo e non ci avrei rinucniato per nessun contratto.
Vi ho visto, benedetti, ingenui ragazzi, che pensate di potere cambiare Messina. Vi ho visto e vi ho odiato. Perché Caporale andava intervistato da voi, sollecitato da voi, incalzato da voi. Dovevate voi metterlo sotto torchio. Voi dovevate dirgli “senti, giornalista di Repubblica, tu che giri l’Italia portando il santino di Berlusconi appresso per avere un dio da odiare, tu che pensi di avere la patente in tasca di onesto perché soldato di Ezio Mauro, pensi che l’Università di Roma funzioni con logiche diverse da quelle di Messina? Noi che non siamo figli di nessuno, famosa firma di Repubblica, ti sei chiesto con quali sacrifici portiamo avanti le nostre idee in una città che tu, il tuo collega Stella e i tuoi amici di Ballarò indicano sempre come una città di merda, dove niente è possibile, dove niente è buono? Ti sei chiesto, scienziato del giornalismo che cova una tesi e gira l’Italia a caccia di prove per dimostrarla, ti sei chiesto mentre dichiaravi con soave innocenza che quando non condividi le idee del giornale ti astieni, quanto noi paghiamo per non astenerci? Qual è il prezzo di essere qui senza uno straccio di politico a difenderci? Perché lo sai, caro Caporale, qual è il problema? E’ che viviamo in un Paese senza coscienza, non in una città senza memoria. E che la politica è la destra che non ci ha dato una sala e la sinistra che al Guernica non è venuta”. Questo gli avrei detto.
E invece, benedetti, ingenui ragazzi, avete lasciato il microfono in mano ai pendolari, dello Stretto e della politica. Quello che viaggia tra le sponde di Sicilia e Calabria e l’altro che viaggia tra AN, Pdl e Gruppo misto perché sarà pure una brava persona ma ha l’ambizione politica che gli brucia dentro e arde più della sete di giustizia. Trischitta è della stessa carne di Caporale. Di diverso hanno solo il livello culturale col quale portano avanti le loro battaglie. Trischitta si lascia scoprire subito, Caporale piano piano.
Avrei chiesto a Caporale un impegno, quello di scrivere sul quotidiano delle tesi precostitute ma se non sei d’accordo ti astieni (come nel fascismo quello vero), di raccontare di chi a Messina combatte perché vuole una città migliore. Perché è vero, Buzzanca governa, ma in città c’è Ivan Tornesi, che non si da pace, che si alza la mattina e va a dormire solo di notte perché non si rassegna a vivere in una citta che lo ignora, ignora le sue idee pulite,la sua voglia di stare bene in una città dove anche gli altri stanno meglio.
Perché Messina è la città di Tomasello ma anche di Antonclaudio, che presenta se stesso più che l’evento, ma che legittimamente urla, fisicamente, con la sua stoata emozione, la sua inefficace polemica, la possibilità di avere una visibilità. Per la sua faccia e per le sue idee. O quel ragazzo di cui non conosco il nome perché lo avete fatto parlare con la sordina, che ha vomitato acido quando ha detto a un avvocato che non lo sa che in questo Paese nessuno può dirsi fascista senza commettere un reato, che nessuno è per sempre, che non è possibile avere amministratori della città quelli che da 15 anni la stuprano con la stessa volgarità, arroganza, violenza, schifo, con cui si stupra una donna. Trischitta, il difensore di Buzzanca decaduto. Che però almeno ha avuto il coraggio di presentarsi e provocare. Gli altri dov’erano? Liliana Modica e Saro Visicaro, i due che si sono inventati la protesta anti tir e non si sono più parlati perché ognuno rivendicava di essere mamma e papà insieme, tutto uno; non poteva solo essere lei la mamma e lui il papà. Buzzanca dov’era? A Palermo dov’è assessore regionale, a Palazzo Zanca dov’è sindaco, al partito dov’è il capo? E Saitta? A fare strategie per la presa della bastiglia? Ad accendere incensi per suo nonno? Capisco Genovese, a contare i suoi soldi, ma i “no Ponte” e “no Tir”, dov’erano? Dove erano i parlamentari, nazionali e regionali, Spanò e la Bottari, Ballistreri e Fortunato Romano, i Pippi Rao di ogni partito, i 6000 candidati delle ultime elezioni comunali?
Benedetti, ingenui ragazzi, ha ragione quel giovane di cui non conosco il nome. Lasciate perdere Trischitta e Caporale.
Non vi lasciate sopraffare dal bisogno materiale e dal potere. Fin quando potete.
Mandate al davolo questi che hanno in tasca la verità, di destra e di sinistra.
Quelli che leggono solo il Giornale o e quelli che cercano il verbo su Repubblica.
Non cercate Che Guevara a tutti i costi. Il 1967 è lontano, troppo lontano. Non citate Pasolini a ogni costo e non guardate alle verità patrimonio del già detto. Cercate parole nuove, andate avanti. Ricercate la contraddizone e il giusto dentro di voi, anche contraddicendovi. Non è reato contraddirsi, finchè si è vivi, se si è onesti. Non avete un giornale che vi rappresenta? Fatene uno fotocopiando gli articoli e passandoli di mano in mano. Non avete una Tv? Dai, c’è youtube, c’è questo blog, c’è la vostra fantasia perddio.
Ha ragione quel benedetto, ingenuo ragazzo, che ha detto: abbiamo preso 1000 voti, non abbiamo saputo raggiungere la gente, le persone che votano. Ha ragione lui quando dice che dovete riunirvi e fare diventare le vostre idee, la vostra azione, dovete fare diventare la vostra speranza azione politica.
Benedetto, ingenuo, ragazzo, candidati. Se non ti perdi nelle traverse del signorsì, dell’ideologia che non governa, del “ma anche” e “si però”. Se non perdi la capacità di indignarti, di dire no. Se non perdi la tua violenza fatta solo di gesti monelli, di timidezza da nascondere dietro una grattata di capelli, allora, benedetto, ingenuo ragazzo, io sarò il tuo voto 1001.

13 commenti:

  1. Cammelo, bonu parrasti.

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  2. Accetto di ottimo grado le critiche, è pur vero che senza il "Caporale" di turno saremmo rimasti inascoltati.
    Avremmo fatto una cosa per pochi intimi, la stampa ci avrebbe snobbato, mio padre non sarebbe venuto, ci saremmo sognati i complimenti della d.ssa Fortino che ha ammesso "avete portato più persone e personalità di quanto non ho fatto io il giorno prima".

    La presenza di Caporale, come ho detto all'inizio del dibattito, doveva essere strumentalizzata per dibattere su tante tematiche.
    Lo si è fatto, ma l'avv.Trischitta e quel ragazzo hanno finita per insultarsi con "Fascista e Comunista", creando una atmosfera da talk show della pessima specie.
    Si è fermato il dialogo, l'incontro, per una decina di minuti, è fallito.

    Vengo alla frase che mi vedrebbe "sponsor di me stesso".
    Sarei uno sciocco a pensare di farlo, visto che nell'ambiente ci sono persone con sponsor ben più grossi ed è questo, è risaputo, il cancro del mestiere.
    Che manda all'aria la meritocrazia (non parlo solo di me, mi rendo conto che devo ancora ovviamente dimostrare tantissimo).

    Ho visto e vedo troppe cose "buffe", ho lavorato sulla qualità in questi miei due anni di giornalismo, ho sbagliato.

    Non si guadagna nulla, non ho tratto giovamento, a parte la stima dei colleghi presenti all'evento (ringrazio ancora, pubblicamente Maurizio Licordari, lui sa il perché): quella non si compra, si merita.

    E io, che non sono tipo da lasciarmi andare in autoglorificazioni, l'ho meritata.

    Rispetto l'opinione dello scrivente, ma credo che dicendo che ero li per pubblicizzare me stesso più che l'evento si vanificano le notti passate insonni per organizzare lo stesso, il fatto di avere avuto per primo l'idea di contattare Caporale su FB (non che ci volesse un genio), le sue prime scuse apparse nello stesso social network nel gruppo da me creato, i timori, i contatti presi, i rifiuti, l'orgoglio di avere portato gente in un luogo etichettabile politicamente come l'ing. Caminiti, il dott. Tanino Genovese, i consiglieri Chiarella, Caliò e (vi piaccia o no) Trischitta, il commissario dello Iacp Laface, i soldi spesi (non solo miei, ovviamente) per realizzare l'incontro.
    Al solito, se si deve dare a Cesare quel che è di Cesare, Cesare anche stavolta non sono io.
    E non è la prima volta che accade.

    Parole di un giovane frustrato dalle tante cose che vede, non fateci caso!

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  3. Antonclaudio,
    come si chiama il tipo giovane che ha ricordato cose giuste a Trischitta?

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  4. io credo che il presentatore, Antonclaudio, abbia fatto bene. non ha fatto protagonismo, ha cercato di essere imparziale e dare sapzio a tutti. in quel momento non rappresentava messina, non era il suo compito, era solo il moderatore del'organizzazione, e sinceramente a me è piaciuto.
    quello che è maggiormente mancato a mio avviso è stata la città, mal rappresentata dagli ospiti, che a mio avviso erano là solo come sponsor di se stessi, pubblicizzando le propie idee a discapito del convegno e uscendo spesso dai punti della discussione.

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  5. Quel ragazzo si chiama Claudio Risitano. Fa parte del Movimento per la Sinistra. Spero sia fra i lettori del blog e mi farebbe piacere se desse il suo contributo.
    Un incontro non è mai un fallimento. Questo lo dico ad Antonclaudio che su facebook l'aveva definito tale.
    L'incontro si rivelerà un fallimento se a quello di ieri non ne seguiranno altri. Antoncliaudio e Ivan hanno radunato al Guernica più di cento persone. Cento persone con la voglia di conoscere, sapere e parlare. Essere riusciti a coinvolgerle, è un fallimento? No. C'era anche chi aveva voglia solo di urlare. Chi ha tenuto il microfono più del dovuto. E' un fallimento? Si, Antonclaudio, ma non il tuo.
    Se il Comitato "Giovani e Messina" si formerà davvero e continuerà a lavorare saranno molto più forti le proposte che lancerà rispetto alle urla del Trischitta di turno, Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale.
    Quando sono andata via dal Guernica ho avuto la sensazione che qualcosa fosse rimasto in sospeso. Come ho già detto ad Antonclaudio, bisognava arrivare a una conclusione, per quanto difficile fosse. E allora a distanza di qualche giorno proviamo ad arrivare a questa conclusione. Proviamo a stilare un documento, a renderlo pubblico e a presentarlo a chi di dovere. Chiediamo un incontro al Sindaco. E questa volta non lasciamo il microfono in mano a lui. Facciamo domande precise e pretendiamo risposte altrettanto precise. Perchè precise erano le provocazioni lanciate da Ivan Tornesi nel suo discorso, ma nessuno a quelle provocazioni ha risposto. E altrettanto preciso era l'intento di Antonclaudio, che non può più parlare al microfono di una televisione, ma vuole ancora fare qualcosa per migliorare Messina.

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  6. Altro che fallimento! Antonclaudio hai fatto quello che hai potuto, hai tutta la mia solidarietà. È una strada in salita ripidissima, purtroppo.
    Claudio Risitano e Michele David siete stati molto, molto bravi. Sono felicissima che esistano a Messina persone che ragionano come voi e che sanno esporre le proprie idee con forza, come avete fatto voi, tra le difficoltà della situazione.

    Quello che adesso è presente sul blog (grazie Gabriella e tempostretto) è un video prezioso per trarne spunti, non vi pare?. Antonclaudio, magari rivedendoti, trovi le cose che ti sono piaciute di meno per fare meglio la prossima volta, e io ti auguro davvero che tu possa condurre un altro dibattito presto (scegliti dei modelli, e chiedi a Gabriella che, di sicuro come giornalista, ne ha, se mi posso permettere).

    Io non sono una giornalista, e vorrei solo fare qualcosa per la mia città perché ci tengo molto.
    Parlando da semplice cittadina, mi sembra che sia necessario puntellare il concetto di democrazia - sapere scegliere i propri rappresentanti per il bene comune, partecipare, essere informati, ragionare con la propria testa e non secondo modelli precostituiti, leggere, documentarsi, confrontarsi, sbagliare, aggiustare il tiro, ricominciare da quello che si è imparato, non sempre da ZERO - come vorrebbero troppi, in Italia.

    Bisogna parlare con la gente di Messina e ascoltarli, capire che cosa è per loro la democrazia, che cosa fanno per esercitarla nel concreto (Antonclaudio, c’è lavoro per giorni e giorni: girare tra la gente e ascoltare i concetti di democrazia che saltano fuori. Prendere appunti. Organizzare comizi per ribattere con concetti democratici alle frasi da qualunquisti)

    Altre possibili vie di azione, secondo me: andare a parlare con i ragazzi degli ultimi anni degli istituti superiori di Messina. Cercare di informare e sensibilizzare la nuova generazione ad un concetto di società attiva, che non delega, che porta idee e capacità, che ce la vuole fare soprattutto con le proprie forze e secondo le proprie inclinazioni.

    Claudio Risitano e Michele David (scusate se sto sbagliando i nomi) che ne dite di farvi invitare nelle scuole a parlare di democrazia e di voto libero???? Parlate ai ragazzi di merito, di capacità individuali, di lavoro che da soddisfazione. Chiedete che cosa vogliono fare “da grandi” e sottolineate il fatto che conviene fare una scelta libera e non, per forza, la professione di famiglia. Ancor meno, se non se ne hanno le capacità. Che ne pensate? Ciao per ora.

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  7. La vera chiave di svolta è una politica nuova che boicotti i comizi, le parole e i mezzi di comunicazione ormai avariati.

    Io francamente sono stufo di ascoltare le lezioni di vecchie cariatidi ogni anno rispolverate; Bisogna fare i fatti, abbandonare le parti di una politica marcia che ingloba partiti, spezza coalizioni e gira instancabilmente attorno agli interessi dell'economia.

    L'incontro con Caporale è stato semplicemente uno spot per Caporale stesso ed il suo libro....a lui è convenuto per l'immagine, a noi messinesi doveva convenire per il dibattito e per il confronto; invece è stata una cosa fine a se stessa, sii interessante per conoscere che esiste un attività politica a Messina, ma finita là tra due colpi di orgoglio fascista e il grido disperato di qualche ragazzo di sinistra.

    Non bisogna aspettare il Caporale di turno per aprire un dibattito..bisogna fare i fatti: bisogna riunirsi al di fuori dei partiti, nelle nostre università, nelle scuole, nei circoli giovanili, organizzare eventi senza bandiera, inventarci e scoprirci non di destra o di sinistra ma di Messina;

    I veri incontri quelli che funzionano ora come ora a messina, sono gli appuntamenti settimanali nelle finte discoteche, ecco se si vuole fare politica e informare i nostri coetanei, bisogna prima di tutto battere ritmi più alti di quelli dei night e mandare avanti gente che ha più voglia di fare e di organizzare che di criticare.

    A Messina come in Italia la destra e la sinistra sono ormai diventate una canzone di Gaber; Che tutti lo sappiano e ancora si accontentino del male minore bah lo potrei lontanamente accettare...ma che ancora i giovani si riuniscano sotto le bandiere ridicole dei nostri parlamentari, beh è vergognoso. IO DICO BASTA! VOLETE FARE POLITICA?: FATELA BENE, FATELA NUOVA, CI AVETE ROTTO, I VECCHI PARTITI HANNO FALLITO. (si possono chiamare in altri nomi e possono portare tutti gli esponenti giovani o femminili che vogliono a candidarsi, rimarranno sempre vecchi e sporchi)...(piccolo sfogo scusate)

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  8. Felice Panebianco: mi spiace non essere stato presente al dibattito, ma sono tornato stamattina...Gabriella concordo con te, non è stato un fallimento ma, invece, un punto di inizio. complimenti a chi ha lavorato per la riuscita di questo evento

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  9. Scusami Nello,
    ma nel concreto, come si organizza questa cosa che dici di sfasciare tutto? Perdonami, ho capito male? In pratica, che si fa? La discoteca? I ritmi alti? Bisogna essere organizzatissimi per non cadere nel caos.

    Dicci la tua idea concreta!

    Comunque, l'educazione alla democrazia si forma lentamente, secondo me. Sarebbe fantastico se ci lavorassimo tutti insieme.

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  10. Mhhh io non mi prendo l'onere di educare nessuno alla democrazia, poichè non sono un educatore e non saprei insegnare a nessuno a fare democrazia....ma questo non lo avevo neanche messo in conto, lo sfogo era solamente diretto a tutti coloro che parlano ancora come se fossimo negli anni 70.....gli volevo far capire che i tempi sono cambiati e che i comizi non funzionano più....le parole si perdono tra un programma televisivo e il mouse...quello che secondo me ancora funziona è l'esempio: l'attivismo politico e l'operatività di una forza comune...come dicevi: lavoriamo tutti insieme....ok sii, ma non basta, la politica non la fai nella riunione di un gruppo affiatato o meno, la politica si fà parlando con la gente, conoscendo i problemi della città perchè toccati con mano, sit in, proteste, manifestazioni, seminari, conferenze....ma in continuazione e rivolte ai giovani e con un ritmo serrato, dove i vecchi pezzi di potere vengano additati, ridicolizzati, messi alla gogna, dove non ci siano compromessi, dove ci sia solamente la voglia di fare qualcosa per la città. Guardati attorno invece: ogni partito si porta un pò di giovani appresso solo perchè bravi a parlare, e poiii??? Poi si fanno le loro riunioncine, i loro incotricini nelle salette congressi e pensano di avere fatto politica giocando al gatto e al topo con l'avversario di turno......la politica non è il voto, la politica non è il partito.....e vabbè tutto questo per dirti che cmq sia i giovani quando vedono tutta sta gente che parla parla per raccogliere e seminare solo nel proprio giardino che cosa pensano secondo te? hanno forse voglia di partecipare alla vita attiva dell'essere cittadino o preferiscono farsi un giretto in disco? quindi concludendo..O si fanno le cose per bene con costanza o qualsiasi movimento bianco o nero che sia, si perde in una nube di fumo e di parole.

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  11. E cmq l'idea tua di portare la democrazia nelle scuole è bellissima; sarebbe più bello farne un progetto concreto con più target...scuola media superiore e inferiore, università, luoghi di lavoro.....ecc.
    L'unico problema è trovare delle persone cmpetenti per creare il progetto e tante altre persone competenti che ti permettano di esportarlo.

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  12. Ciao Nello,
    Grazie per gli spunti. Hai ragione. Però esistono, come tu dici, i buoni esempi e i buoni modelli e anche quelli che, magari ancora non lo sono, ma possono diventare buoni esempi e buoni modelli. Piano piano. Non si può sostenere sempre un ritmo serrato.
    Antonclaudio e gli altri giovani hanno delle idee?

    Che ne dici di contattare Marcello Crispino e chiedergli, se gli va e ne ha il tempo, di fare video e strisce che trattino di democrazia, partecipazione, voto libero ecc. Parole semplici e cartoni da spedire in tutte le case dei messinesi. Magari anche un questionario con cinque o sei domande serie sulla nostra città.

    L’associazione di giovani che si sta formando potrebbe trarre delle riflessioni forse utili dalle risposte che riceve.

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  13. Ottime idee, ma ti ripeto sono buone idee se integrate in un progetto più generale, che non veda bandiera e abbia come obiettivo principale: sensibilizzare il cittadino a partecipare attivamente alla vita politica di tutti i giorni.
    Non conosco l'associazione di giovani di cui parli e che si sta formando, ma se ci fosse un questionario del genere e Crispino desse una mano in questo senso, io lo spedirei tramite e-mail ad un sacco di gente usando come mezzo il computer e non le poste italiane....forse si risparmierebbe qualcosa...ma sempre nell'ottica di utilizzare i dati ricatvati similmente ad una ricerca di mercato, nell'interesse comune di creare qualcosa e non di fare solo fumo.

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