L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

mercoledì 7 ottobre 2009

Messina: Lutto Nazionale ma l'assessore ha festeggiato i 40 anni.

Lutto nazionale, funerali di Stato, bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici di tutta Italia, minuto di silenzio sui campi di calcio, la squadra nazionale col lutto al braccio, telecamere e riflettori accesi su Messina. Tutte cose giuste per rendere onore alle vittime di una catastrofe annunciata affinché queste non siano morte invano.

E così sabato 10 gli italiani si fermeranno a pensare ai fratelli di Messina. Ma domenica 4, due giorni dopo la strage, l’Assessore di Messina all’arredo urbano e all’ambiente, Elvira Amata, ha festeggiato i suoi 40 anni. Tutta l’Italia si fermerà in segno di lutto, invece un amministratore della città ha ritenuto opportuno stappare lo spumante in un locale a 500 metri dagli sfollati quando ancora si cercavano le salme.

I nostri concittadini morti non sono figli di un Dio minore, “non sono morti di serie B”, espressione proposta da Antonclaudio Pepe, giornalista di Messina, e ripresa anche dai quotidiani nazionali. Lo sanno i parenti che piangono i loro cari. Lo sanno gli ex abitanti di Giampilieri, Scaletta, Altolia, Molino, Briga che nei prossimi giorni torneranno lì, dove c’erano le loro case, a cercare qualche ricordo da conservare. Troveranno scarpe e vestiti, giocattoli e pentole che raccontano le vite delle loro famiglie soffocate dal fango. Lo sanno gli uomini della protezione civile e dei vigili del fuoco che hanno scavato sperando di dare respiro ancora a qualche corpo. Lo sanno i giornalisti di Messina che, per vocazione, sono stati testimoni e cronisti di una tragedia. Tragedia che qualcuno aveva anche preannunciato e ora non si dà pace perché i responsabili devono pagare. Lo sanno i volontari che, mentre regalano un sorriso agli sfollati, portano cibo e vestiti. Lo sa il Segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha detto "se i morti di Messina sono di serie B è perchè c'è una classe politica di serei B".

Gli amministratori di Messina non sanno che i nostri non sono morti di serie B. Chi sono i principali responsabili del disastro di Messina? E’ vero, non è solo la classe dirigente. Non sono solo i politici che hanno amministrato e che amministrano la città. Ma loro sono responsabili più degli altri e hanno nomi e cognomi, come faceva notare Dario Morelli dai microfoni di RadioStreet. Queste persone, che hanno nomi e cognomi, si ritengono assolte se hanno la forza e il coraggio di festeggiare i 40 anni. Tappa importante, per carità, ma 35 persone, tra due mesi, non festeggeranno il Natale grazie all’incuria e all’indifferenza di chi li amministra da 15 anni. Personaggi che non solo non valgono nulla come politici ma non valgono neanche come persone. Ed è ancora più grave. Chi non ha sensibilità, nonostante sia assessore all’ambiente, non potrà mai capire i problemi delle persone, non si preoccuperà mai del possibile crollo di una montagna o di una valanga che potrebbe travolgere interi centri abitati. Tutti lo sapevano ma nessuno ha fatto nulla. E non verrà fatto nulla da persone che hanno chiesto il lutto nazionale ma non si sono sentite in lutto quando ancora si stavano cercando i morti.

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