L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

mercoledì 14 ottobre 2009

MESSINA VERSO L’ APERTURA DEI CANTIERI DEL PONTE. SEMBREREBBE RIDICOLO MA INVECE E’ COSI’.

Berlusconi e Matteoli continuano a ribadire che la data d’inizio dei lavori del Ponte sullo Stretto di Messina non viene messa in discussione e sarà nel Dicembre del 2010.
E’ evidente l’estremo imbarazzo del Sindaco e della sua Giunta di fronte a queste recenti dichiarazioni. Nessuna risposta è stata data, nessuno dei nostri amministratori si è permesso di dire che Messina non è pronta e che forse il capitolo ponte e la fase di cantierizzazione dovrebbero essere rimandati.
Vari sono gli aspetti e le problematiche che avrebbero dovuto segnalare al governo i nostri amministratori locali, invece siamo di fronte all’ ennesima dimostrazione della loro inadeguatezza e totale irresponsabilità politica.
Cito alcuni esempi per i quali ritengo un atto di totale ingenuità il dichiarare di far cominciare i lavori del Ponte già dal prossimo anno.

1. Mentre parlano di apertura dei cantieri del Ponte, a Giampilieri, Altolia, Molino, Briga Marina, Briga Superiore, Ponte Schiavo, si continua a scavare e forse dovranno evacuare anche altre persone. Non si è ancora deciso quale strategia mettere in campo per affrontare il problema degli sfollati e di come fare per restituirgli la quotidianità: se intervenire con la messa in sicurezza dei loro paesi o costruire nuove case altrove. E dove non si sa, perché in questa città non ci sono più spazi.

2. Non si ha ancora un quadro preciso sulla situazione degli altri villaggi in prossimità di torrenti e colline soggette a dissesto, i quali rischiano un disastro simile a quello di Giampilieri.
Inoltre non si è mai intervenuti sulla situazione critica di alcune frazioni che ogni anno vengono isolate per frane. Per citare qualche esempio, la strada che va da Bordonaro a Cumia Superiore viene interrotta quasi ad ogni maltempo, costringendo gli abitanti dei villaggi a percorrere la strada del torrente che, oltre ad essere dissestata, quando cala il buio diventa luogo di scippi e aggressioni ai danni degli abitanti dei villaggi. Ma questo è il gioco e il balletto delle responsabilità. Dopo quasi due settimane dal disastro di Giampilieri, non è stata data una risposta precisa sul perché dei ritardi dei lavori di messa in sicurezza della montagna.

3. Messina scarseggia di strade alternative alle vie principali: un’ interruzione di una strada principale della zona sud o della zona nord produce un effetto a catena sul traffico di tutta la città. Se poi aggiungiamo il fatto che non esistono corsie per i mezzi di soccorso, il tutto diventa ancora più problematico. Una situazione di emergenza può trasformarsi immediatamente in una tragedia.
In alcuni rioni della zona sud come ad esempio Contesse, il movimento di carico e scarico merci delle diverse attività commerciali, ogni giorno blocca il traffico di tutto il villaggio, a volte non lasciando spazio neanche al semplice passaggio pedonale.

4. Un altro punto è che non si ha soprattutto, e lo si è visto nel caso specifico di Giampilieri, una classe dirigente capace di poter gestire la fase dei lavori di costruzione dell’ opera.

E’ evidente che qui non si sta facendo nessuna previsione da veggente o che derivi dalla contrarietà assoluta all’ opera del Ponte, ma si sta soltanto facendo una valutazione oggettiva della reale e attuale situazione della città.
Quindi basta con queste affermazioni e conclusioni frutto soltanto di assoluta idiozia, Messina non sarebbe in grado di sostenere anni di cantierizzazione per la realizzazione del Ponte, allo stato attuale provocherebbero effetti e conseguenze disastrose per la vivibilità della nostra città.
Per questi e altri aspetti che potrei citare, mi chiedo come ancora si possa parlare di inizio dei lavori di costruzione del Ponte addirittura a partire dal prossimo anno.
Messina deve puntare ad aprire e gestire altri cantieri, quello del Ponte deve assolutamente e necessariamente essere rimandato.

2 commenti:

  1. La mia posizione -com'è noto- è di contrarietà assoluta e ideologica al ponte. ( In tempi in cui siamo rimasti l'unico paese al mondo dove il pensiero liberista e sviluppista pretende il monopolio delle idee, è bene ribadirlo)
    Apprezzo le argomentazioni dell'articolo, tuttavia, anche perché possono essere benissimo condivise pure da coloro i quali non esprimono in linea di principio contrarietà alla grande opera.
    Rifiutare il megaponte, oggi, a Messina è questione di buon senso, anzi di sopravvivenza. Non certo di astratta preferenza per un modello di sviluppo piuttosto che un altro. L'autore lo dimostra efficacemente e merita tutto il sostegno delle persone che ragionano.

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  2. Condivido pienamente l'intervento di Cafeo.

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