L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

domenica 4 ottobre 2009

Disastro di Messina, non solo l'ora del dolore. Anche l'ora di pagare il conto

Mentre scrivo i morti sono 24. Tra qualche ora saranno di più. 
Tempo che finiremo per contare molti di più. 
Non è il momnto di fare polemiche, dicono. 
Peccato non siano i familiari delle vittime, i messinesi. 
Fossero loro a chiederle starei zitto. 
Ma a chiedere rispetto e silenzio sono alcuni politici. Non tutti per la verità. E per una volta anche tra chi appartiene alla parte politica che governa pare non abbia voglia di tacere.
Forse perché stavolta quell’odore di fango lo respirano anche loro.
Forse perché questa tragedia non è figlia di errori di una parte politica ma della politica nel suo intero.
L’ultimo piano regolatore è passato dalle mani del centrosinistra, allora era Providenti sindaco. E le scelte scellerate sono passate poi alla mani del centrodestra. Leonardi, Buzzanca 1, commissario 1, Genovese, Commissario 2, Buzzanca 2.
Le hanno tacitamente avallate tutti quelle scelte. 
A Giampilieri neppure un sacco edilizio. 
Solo la stupidità degli uomini che hanno pensato di costruire contro natura. Hanno avuto nei confronti della terra, degli alberi, dei fiumi, dei torrenti, la stessa sensibilità che può avere uno stupratore nei confronti di una indifesa vittima, la stessa logica di uno stupratore che vuole un figlio da un altro uomo. 
Non si fa; e comunque non è possibile.
Hanno sbagliato quegli uomini che hanno pensato di agirare le leggi costruendo abusivamente lì dove, come luogo comune vuole, una volta era tutta campagna.
I politici: compiacenti, incapaci di dire no temendo scendesse il consenso.
I temi per l’ambiente, a Messina, sono sempre stati considerati, se possibile, ancora più distanti che nel resto del Paese. In una città dove l’immondizia si getta nel primo angolo vuoto, dove la carta del gelato finisce sul marciapiede, è quasi naturale che inerti e elettrodomestici finiti vengano abbandonati sui torrenti. 
La natura presenta il conto. A tutti. 
E questa volta anche chi solitamente ha mostrato di possere un metro di pelo sullo stomaco, questa volta ha detto basta. 
Bertolaso e la Prestigiacomo, i due membri del Governo presenti sul luogo della tragedia, hanno fatto capire chiaramente che una popolazione in mano a dilettanti deve ora essere gestita da un commissario straordinario per l’emergenza, per ripristinare condizioni di sicurezza al territorio.
E’ la sconfitta di una certa politica, di quella rappresentata da Buzzanca e Ricevuto, perfetti simboli della poltica “compare, ci penso io”, delle cose piccole e visibili, dei favori fatti senza alcuna strategia d’insieme per la collettività. 
Buzzanca ha detto in Tv, come a difendersi, che è sindaco da 15 mesi. Omettendo che nel suo governo alla Provincia Regionale, durato quanto una dinastia, non c’è stata traccia di un piano di protezione civile degna di questo nome. Ricevuto ha perfino tradito il suo cognome, perché è come se non avesse captato alcun segnale. Eppure il prefetto Giosuè Marino, per paradosso ultimo vero amministratore dei grandi problemi della città, aveva lasciato un impianto di protezione civile perfettamente funzionante. Poi i politici profesionisti l’hanno ridotta a un sito internet che nel giorno della tragedia, riportando le previsioni meteo, mostrava un disco verde. Nessun problema dunque, “compare, ci penso io”.
La mancanza di un piano strategico per tutto parte dai cantieri del tram, cambiati in corso d’opera perché spesso non si erano accorti che con un cantiere aperto isolavano un intero quartiere. E ha proseguito. 
Certo, non è tutta colpa di chi c’è ora. Tranne per quei casi che rigurdano chi come Buzzanca e Ricevuto, c’è ora ma c’erano anche prima. Ricevuto perfino durante le porcate edilizie degli anni ’80, quando per il “compare ci penso” ci pensavano quelli della prima repubblica, personaggi capaci di sventrare la zona nord della città, di creare insediamenti abitativi senza aggiungere una sola strada, una caserma per i vigili del fuoco. 
Anche per certe facce, abituate a mentire su tutto, con assenza di vergogna consolidata, è difficile spiegare che molti villaggi come Molino, Briga, Giampilieri, non hanno neppure una strada per evacuare. In caso di pericolo, in caso di tragedia. Non scandalizza l’idea che chi ci crede continui a parlare di Ponte, scandalizza che pensi di poterlo realizzare con una classe politica locale di questo livello.
Genevese e Buzzanca, non a caso gli ultimi sindaci della città, sono stati gli unici a dichiare, con corpi ancora sotto il fango “non è tempo di polemiche”. 
E’ tempo di polemiche, quei corpi chiedono un giudizio. Una resa dei conti. Che rigurda solo in parte la magistratura e l’opinione pubblica. Dovrebbe essere prima di tutto una resa dei conti con la proprio coscienza. Ma davvero questi signori, nel giorno dei funerali delle vittimi di Giampilieri, riusciranno a gurdarsi allo specchio e dirsi “entra in Chiesa, tu non hai peccato”?
Se ne hanno una, di coscienza, c’è da pensare di no.
A meno che, con la superificialità e l’ignoranza di sempre, non ripetano la stessa menzogna dicendo a se stessi “compare ci penso io”. 
Per continuare a fottersene, pure dei morti

3 commenti:

  1. Sono state abbattute tutte le soglie di tolleranza
    venerdì c'è stato un timido inizio per dimostrarlo, anche sola con Igor sul posto mi sarei fermata li, davanti allaprefettura in silenzio a dire e dimostrare che èfinita
    non hanno più credito, nessuno
    dovranno rispondere politici incapaci, dirigenti pubblici incompetenti, cittadini incivili, ognuno per le proprie responsabilità
    eravamo 50 scarsi sotto l'acqua, criticati perché nomerà il momento delle polemiche
    era il momento di esserci e non potendo facilmente arrivare sul posto date le condizioni disastrose e non avendo capacita di soccorso necessarie immediatamente, ci siamo messi da parte ma non a casa a guardare le immagini
    ci siamo dati appuntamento a venerdì prossimo ed inizieremo con un progetto di responsabilità collettiva
    tu hai descritto perfettamente lo stato delle cose,
    gli altri media o non conoscono il territorio e la geografia politica o fanno finta
    ed anche questo deve finire.
    Il prezzo della qualità della vita scarsa, presi ognuno dai nostri guai personali forse si poteva ancora sopportare,
    una ecatombe o fosse stato solo un morto, no!

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  2. Scusa Maria Andaloro ed Igor Fedele
    ci siamo sentiti per telefono alle 8 ed abbiamo deciso di dire basta
    lui in moto ha raggiunto giampilieri ed io col telefonini cercavo di convocare persone, dopo aver creato su Face un evento, Pioggia e disastri
    credo che abbiamo amici in comune lo potrai vedere e ti farai una idea, qualora ti serva, delle reazioni
    buona domenica Maria

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  3. Ci mettiamo pure l'attuale assessore Beninati che stava per sfornare il piano casa? e che nel 2003 era l'assess regionale che "aiutò" un sacco di licenze edilizie e cambi di destinazione d'uso delle aree (vedi inchiesta "Oro grigio" e blindò la max variante al prg?
    Alessandra

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