L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

giovedì 28 maggio 2009

"Scosse" racconti dall'Abruzzo. 25 maggio 2009 Diario di Davide Comunale

“Sul cappello sul cappello che noi portiamo…”
Terzo giorno di missione Aquila e terzo giorno di pratica di segreteria…Ormai sono la cosiddetta “perfetta segretaria” e la consapevolezza che molte pratiche importanti passano dalle mani mie e dell’altro capo che lavora con me alla segreteria e protocollo del COM ci fa sentire importanti.
Badate bene, non siamo nessuno e la gente dell’Aquila non ci ricorderà se non per la voce che ogni tanto risponde al telefono cercando di fornire le più disparate soluzioni a problemi per certi versi assurdi e per certi altri tanto scontati da far restar basiti. Le sensazioni di oggi rimandano, lo si capisce sin dal titolo, al lavoro grande e prezioso che tutti i volontari stanno facendo qui a L’Aquila. Potrei citare i ragazzi della CRI del mio campo Colle Maggio, a cui mi sento legato da un passato di più di 10 anni passato sotto le insegne della croce rossa, e finire ai ragazzi del Battaglione San Marco, acquartierati in una delle tendopoli più grandi sorta accanto il centro commerciale aquilano “Globo”. Ogni giorno leggo le loro richieste e cerco di capire che fine faranno le cinghie di trasmissione delle ventole, i chiodi e le assi che autorizzo, i kg infiniti di verdura e di carne che vengono autorizzati dal mio COM e che diventeranno il cibo di tanta popolazione, volontaria e non! Per questo oggi la mia attenzione si ferma su queste persone, sullo spirito teso ad aiutare con la voglia anche di mettersi in luce per come lo si fa. Capiamoci, non ho niente in contrario con chi si spende a fin di bene facendosi anche notare per come lo fa. Lo preferisco di gran lunga a chi si maschera dietro il perbenismo imperante del “io non avrei saputo come fare … vi stimo per quello che fate, ma io …”. Vi posso sembrare anche estremo ma davanti a momenti e occasioni come queste la nostra società avrebbe bisogno di maniche rimboccate, pazienza da vendere e della possibilità di mettere in campo anche la più piccola competenza. Un insegnante può fare doposcuola, un elettricista collaborare al montaggio dell’impianto elettrico di una campo, un trasportatore … bhè, qualcosa la troviamo anche per lui, statene pur certi!
Arrivi alla fine della giornata, stremato dal caldo del nostro ufficio, dalle richieste della gente e dei volontari, dal lavoro di scrivania, che pensi che tutto serva e tutto possa essere utile in occasioni come queste. Senza filtri, senza se e senza ma. E se tutto il sistema ha funzionato, se tutti i meccanismi della farraginosa macchina dei soccorsi si sono mossi più o meno all’unisono, alla fine della giornata ti puoi anche concedere il piacere di cantare con gli alpini volontari davanti alla brace dove i cittadini aquilani hanno deciso di offrirci la cena, a base di pecora arrosto, ovvio! Non sprecherò le mie ultime righe di diario a parlarvi del sapore e del piacere del vino e della carne, né della simpatica goliardia dei reparti militari e dei battaglioni che sono stati dislocati a questi campi. Vi dico solo che ho mangiato, bevuto, cantato e concluso la mia giornata parlando di educazione e società con le Penne Nere e lo scambio è stato veramente arricchente.,

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