L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

domenica 17 maggio 2009

Il Popolo della libertà contro il Popolo dei barconi

E’ il tema dei migranti a infiammare la campagna elettorale. Come se l’unico vero e grande problema dell’Europa fossero gli immigrati che dall’Africa e dall’Oriente tentano di raggiungere le coste italiane.
Dice così Eugenio Scalfari oggi su La Repubblica: “Bisogna distrarre l’opinione pubblica da altri temi incombenti e non favorevoli al governo: la crisi economica, la distruzione crescente dei posti di lavoro, la perdita di competitività del sistema-Italia, il terremoto d’Abruzzo e i disagi che ne derivano e che sono ancora lontani dall’essere soddisfatti, la cicatrice tutt’altro che rimarginata della credibilità pubblico-privata del premier. Bisogna trovare un nemico esterno sul quale concentrare la rabbia della gente ed eccolo pronto, quel nemico: è il popolo dei barconi”.
Condivido l’analisi di Scalfari. Ma non voglio né parlare di priorità né di programmi politici che ancora non mi sono chiari. Vorrei invece valutare il rischio che corriamo. Non mi riferisco al rischio di avere stranieri per le piazze o per vie delle città. Il vero rischio è quello di diventare intolleranti. Questo tipo di campagna elettorale è una strategia, è uno spot propagandistico, che fa crescere la paura e che porterà a non saper più distinguere un delinquente da una persona che ha un reale bisogno di ospitalità. Così si arriverà a considerare tutte le persone straniere come soggetti pericolosi. E devono far riflettere le parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che, negli ultimi giorni, ha parlato del “diffondersi di una retorica pubblica che non esita – anche in Italia – ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia”.
Mi stupisce ancora di più che si parli di mandare indietro le imbarcazioni, per la sicurezza del Paese, e non si discuta invece di istituire centri di accoglienza funzionanti o di ripristinare degnamente quelli che ci sono. E mi unisco all’appello del segretario del Pd, Franceschini, che domanda dove siano finiti i poliziotti e i controlli sulle strade.
E’ triste sapere che l’Italia abbia un Ministro della Difesa che ha definito “organizzazione disumana e criminale” l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. È triste quanto sapere che il Primo Ministro italiano abbia definito gli immigrati respinti: persone senza “arte né parte” ingaggiate dalla mafia, trasportate dalla mafia e da essa controllate. Con molta probabilità su quei barconi c’erano anche criminali ma il dovere dello Stato, secondo anche l’Unione Europea, è proprio questo: distinguere chi sta scappando dall’oppressione e chi invece viene in Italia per delinquere.
Io avrei preferito sapere che l’Italia fosse riuscita a salvare anche un solo uomo dall’oppressione piuttosto che ricevere la notizia che 500 stranieri sono stati rimandati nel loro paese in modo assolutamente indiscriminato.

1 commento:

  1. Assurdità quelle di Scalfari, è molto facile parlare di immigrati come se fossero numeri stando con le natiche appoggiate sulla sua poltrona di pelle, dice che in fondo solo un decimo degli immigrati proviene dalle coste Africane, non dice che però quel decimo corrisponde a circa 40.000 persone, persone Scalfari, non numeri..dire poi non avere ne arte ne parte non è un'offesa ma significa non avere lavoro, non credo che loro ne abbiano uno..
    questa è la vera strumentalizzazione, è vero che in propaganda vengono accentuate delle paure, cavalcate delle battaglie vincenti, innegabile, ma è anche innegabile che il nostro Paese non è pronto ad accogliere un numero elevato di immigrati, non lo può fare economicamente non perchè non lo voglia, e l'Europa se ne lava le mani perchè fa comodo a molti dei suoi stati membri averci come cuscinetto, soprattutto dopo che sono i primi ad armare le mani di quei poveretti nei loro territori, i primi ad avvantaggiarsi delle guerre intestine che insanguinano l'Africa..

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