L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

giovedì 28 maggio 2009

Io, progressista, dico basta. Di Carmelo Franzò

Sapevo che ci sarebbero riusciti. Avvertivo da tempo il presentimento. Franceschini e “Repubblica” hanno disgustato anche me.

Lo hanno fatto praticamente all’unisono.

Come possa saltare in mente a un leader politico una frase come “fareste educare i vostri figli da Berlusconi?” rimarrà per me sempre un mistero. Perché ho sempre pensato che chiunque, soprattutto un politico, dovrebbe azionare il cervello ben prima di dichiarare.

Questa volta hanno ragione quelli del centrodestra. Se sei ormai accecato dall’odio non pensi più, segui un istinto che infine ti porta a essere infame e inconcludente. Una frase, quella di Franceschini, che crea disagio, a chi è padre, a chi è figlio, a chi vorrebbe politici che dibattono di politica.

Credo che Franceschini abbia perso la testa e credo che ancora una volta la responsabilità sia anche del quotidiano che più danni ha prodotto nello sviluppo di un progetto culturale della sinistra, “Repubblica”.

Da un decennio ormai il giornale più amato dalle persone libere da pregiudizi, moderne, in senso letterale progressiste, depositario delle migliori firme del giornalismo italiano e di illuminati scrittori di tutti i continenti, ha confuso il proprio ruolo. Ha ceduto alla politica facendone parte, non ha più registrato i fatti e innescato polemiche opinioni sugli stessi.

Mauro ha pensato di essere non solo il direttore di un giornale ma il timoniere di una parte politica del Paese. Con le sue battaglie, a volte certamente in buona fede, ha finito col condizionare i movimenti del partito della sinistra democratica italiana. Fino a mandarli a sbattere. E’ accaduto così anche a Franceschini, nonostante le sue origini democristiane.

Sulla vicenda Noemi il giornale di Mauro ha innescato una campagna tesa, sul modello americano, a discreditare Berlusconi, arrivando al limite dell’accusa di pedofilia. Una cosa bassa perché arrivare a questo senza averne le prove (da questo immagino la mancanza di un’accusa esplicita) è da deriva, da collasso, da implosione della stessa idea di dialettica comune. E il dolore è ancora più grande perché la firma in calce a ogni pezzo, da quello serio e rigoroso delle dieci domande, a quelli gossippari di interviste a fidanzato e zia di Noemi, è quella di un giornalista tra i migliori che l’Italia abbia mai avuto: Giuseppe D’Avanzo. Io non ho dieci domande, ma una sola per D’Avanzo: cosa lo ha spinto ad arrivare fino alla pubblicazione delle lettere di due fidanzatini, le loro foto, portarlo alla caccia di un parente che potesse sollevare appena un po’ i pruriti già eccessivi di una civiltà allo stremo?

“Repubblica” è diventato un giornale sbagliato. Non siamo più il Paese che costrinse Leone alle dimissioni, non siamo mai stati il Paese del Watergate. Quella su Noemi, montatura o meno, è una storia che non fa breccia nel senso che “Repubblica” vuole. Francamente appare innescata dall’odio cieco, quello stesso odio cieco che ha fatto pensare a Franceschini di poter essere lui il grande moralista che può salvare l’Italia dal decadimento dei costumi.

Ho sempre scelto liberamente per chi votare, e spesso ho votato a sinistra.

Ma se oggi la sinistra è Franceschini, se oggi “Repubblica” rappresenta la sinistra, allora io cambio area, cambio aria.
Carmelo Franzò

1 commento:

  1. Mi piace l' analisi fatta da te Carmelo, ritengo sia molto chiara e tesa a spiegare in maniera oggettiva certi attegiamenti caratteristici di chi oggi guida il quadro politico dall' altra parte di Berlusconi.
    Dico dall' altra parte e non dico nel partito alternativo perchè per me un partito e un progetto politico nè tantomeno la linea editoriale di un giornle come ''Repubblica'', possano fondarsi sulla spettacolarizzazione della vita privata del nano; basta con l' antinanismo.
    Mi pare che si stia vendendo l' anima all' antinanismo.
    Questo secondo me è il più grosso errore ovvero quello di non rispondere all' attuale governo di centrodestra, con l' iniziativa politica Franceschini e il Pd, con il giornalismo eccellente ''Repubblica''.
    Non sono d' accordo con te quando dici di cambiare aria, io preferirei non lasciarmi andare a certe esplosioni emozionali che spesso se non ben argomentate rischiano di scadere nel qualunquismo dipietrista.
    Credo che un progetto alternativo al centro destra di oggi vada costruito con impegno, razionaltà e cinismo, ma soprattutto con un nuovo entusiasmo nel fare politica.
    Credo nello svecchiamento dei metodi, credo nella rinascita dell' inizativa politica, non credo invece al ''tutto è unitile'', alla rassegnazione e al ''cambiamo aria''.

    RispondiElimina