L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

domenica 10 maggio 2009

A proposito del Waterfront

C’era una volta l’amministrazione Genovese, il Presidente dell’Autorità Portuale, oggi deputato nazionale, Vincenzo Garofalo e il piano regolatore delle zone portuali di Messina. Un’intesa tra le parti stava per essere firmata a patto che Genovese avesse una sua commissione che valutasse la possibilità di spostare le ferrovie a Tremestieri. All’improvviso con un dispaccio proveniente da Palermo decadeva il Sindaco, il Consiglio e il Presidente dell’Autorità Portuale.

Questo accadeva nell’ottobre del 2007, poi successivamente i due commissari Sinatra al Comune e Di Virgilio all’autorità portuale, amici da trent’anni, mischiarono un po’ le carte. Fecero approvare l’intesa già stilata dai politicanti messinesi, con qualche atto di modifica riguardante l’esclusione di quella commissione voluta dal decaduto Sindaco Genovese. Commissione che doveva servire a studiare un possibile spostamento della ferrovia a Tremestieri. (parole non mie ma dell’ing.Di Sarcina)

Ora siamo nel 2009 e il progetto ormai definitivo è stato inviato a quell’ente tecnico amministrativo che si occuperà di valutarlo, deciderne l’approvazione o rimandarlo indietro per le opportune modifiche. Esso comprenderebbe (dopo l’approvazione tutto sarebbe comunque ulteriormente modificabile, con soluzioni infrastrutturali simili che perseguano identici obiettivi) la riqualificazione delle aree interne alla cittadella, il trasferimento dei traghetti a Tremestieri, il potenziamento delle attività portuali e la realizzazione di un waterfront per i messinesi.

A seguire il link di un’ipotesi progettuale redatta sempre dall'autorità portuale ma non definitiva. Quella invece inviata agli organi competenti per la valutazione comprende due modifiche sostanziali : alla forma del porto del Ringo e ai moli per gli attracchi crocieristici.

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Non ho intenzione di parlare di tutto , ma solo del Waterfront. L’intento iniziale sembrava essere di grande aiuto alla riqualificazione dell’intera costa messinese, infatti l’aver portato avanti un lavoro per lunghi anni ed essere riusciti a trovare un’intesa per il piano è stata una conquista per tutta la città. Si sono fatti incontri, dibattiti, seminari, workshop sono venuti grandi architetti dalla spagna e in pratica io mi sono illuso che qualcosa poteva cambiare, che il rilancio della città potesse iniziare dal mare come dal mare è nata la città stessa. Non ci credevo quando assistendo alla presentazione del piano fatta dal dirigente dell’ufficio tecnico dell’autorità portuale (Ing. Di Sarcina), ho scoperto che, come tutte le cose a Messina, il piano finale è una vera farsa. Quasi, quasi, qualche malalingua potrebbe dire che la paura da parte dell’autorità portuale di essere inglobata a quella di Palermo è tanta da far movimentare le poltrone di certi dirigenti e dare parvenza di una costante operatività tramite l’esecuzione del Piano in questione. Insomma il piano viene pensato come un sistema per incentivare economicamente la città, ma al cittadino non viene dato quasi nulla del waterfront di cui tanto parlano; le zone d’intervento diligentemente costituite dal piano chiedono anzi implorano l’aiuto di investitori privati, soprattutto nella cittadella e sono pensate astutamente per essere operative come singole, in pratica si dice Waterfront così per usare un termine inglese, perché in verità sarà più un Watersfragments. Unica positività rilevante, sembrerebbe lo spostamento dei traghetti a Tremestieri con riqualificazione della zona ora concessa alla Caronte & Tourist (anche se ci sarebbe da dire che la riqualificazione non cambierebbe la destinazione d’uso, sempre un porto rimarrebbe);

Tutto ciò che potevamo invece intendere e sognare come waterfront, diventerà secondo questo piano solamente un insieme di porti e porticcioli che l’autorità portuale promette come calpestabili, ma non sarà possibile renderli tali a causa delle norme di sicurezza obbligatorie previste dalla legge in fatto di ambienti portuali;

Dal golfo dirimpetto alla chiesa del Ringo, il porto camuffato da waterfront si estenderebbe fino alla Marina del Nettuno comprendendo: un porto turistico, un porto a traffico limitato per la viabilità portuale, una serie di ormeggi per i grandi yachts, un porto a secco e attracchi crocieristici. Io volevo farmi una bella passeggiata sul mare, come i cugini dell’altra sponda, perché debbo per forza vedere il mare spezzato dagli alberi ondeggianti delle barche a vela o dalle pance dei grandi Yachts? Io di un attracco crocieristico proprio in fiera non saprei che farmene, io di grandi yachts da ormeggiare non ne ho e anche se ne avessi, di certo non starei più di 3 minuti a Messina, gli stessi pescatori non pagheranno mai 700 euro all’anno per impilare le loro preziose barche nelle secche previste e i porticcioli durante la stagione invernale saranno vuoti o con qualche motoscafo fermo e immobile per tutto l’anno;

Quando l’Ing. Di Sarcina dice che ha l’ idea di un waterfront pieno di volumi dove la gente si reca attorno a tali volumi con la volontà di sbirciare il mare, capisco che non lo dice perché ci crede veramente e mi viene proprio da vomitare: vomitare sugli enormi interessi politici che muovono tutto e rovinano i sogni dei professionisti come l’ing. Di Sarcina stesso, che ha lavorato sodo assieme ai suoi collaboratori, ma non è riuscito a definire un piano aggressivo con dei punti fermi che potessero rilanciare l’intero territorio Messinese a partire dal mare.

In conclusione, come se ciò che ho scritto fin qui fosse unicamente la mia coscienza messinese, posso dire malgrado tutto che è meglio avere un progetto redatto e operativo che un po’ di carta straccia nei cassetti.

2 commenti:

  1. ti segnalo un incontro sul tema:

    http://normanno.com/articolo.php?id=AS2009-05-18-0613

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  2. era ieri purtroppo....ma la cosa assurda sai qual'è: questi 3 milioni di euro, sono stati assegnati per vedere come riqualificare la zona della stazione e valutare un possibile spostamento di quest'ultima (probabilmente in funzione del ponte)....ma l'amministrazione Buzzanca all'epoca quando si promuoveva il piano regolatore portuale ed era ancora opposizione, diceva di essere contro la stessa iniziativa proposta da Genovese per centralizzare i trasporti a Tremestieri spostando appunto la stazione, e ancora a quanto dice l'ing. Di Sarcina, l'intesa di allora per la redazione del piano regolatore portuale si sarebbe fatta solamente se fosse stata stabilita appunto una commissione in grado di valutare un possibile spostamento della stazione ferroviaria....quindi io mi chiedo com'è che sono stati stanziati questi fondi ad un amministrazione che prima di essere eletta era contraria allo spostamento della stazione ferroviaria?...maledetto ponte!

    L'articolo su Normanno è una delle tante copie di un articolo pubblicato penso in origine dal sito: "il cittadino di Messina.it" e scritto da Domenico Lucchesi

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