L'immagine sbiadita di una città sbiadita dove, malgrado tutto, c'è ancora chi lotta per essere un'anima viva.

mercoledì 27 maggio 2009

Quello di Lombardo è un bluff. Di Carmelo Franzò

Non tornerebbe mai al voto, mai lo farebbe contro il Pdl. Perché ne uscirebbe sconfitto.

In Sicilia Lombardo è presidente perché fu allora furbo a sfruttare i timori di Berlusconi, alla vigilia delle elezioni politiche i sondaggi non consegnavano al Pdl una maggioranza netta al Senato e così il Pdl si piegò al ricatto di Lombardo, lo votò alla Regione per poi avere il beneficio di qualche senatore in più.

Il voto delle politiche però portò al Popolo della Libertà, a dispetto dei sondaggi, una maggioranza rassicurante anche al Senato e fu allora che il Pdl cominciò a mal sopportare le iniziative di un Lombardo il cui motto, da sempre, è “comandare è fottere”.

Il catanese dagli occhi di ghiaccio ha nel coraggio il suo maggior talento. Lo ha sempre esercitato, a in modo anche spregiudicato. Spesso gli è andata bene, qualche volta no. Ma Lombardo è così. Ha strutturato un partito che ha un fascino nel nome, autonomia, ma che di autonomo ha solo il suo leader. Ha sempre avuto i modi del dittatore e basta riepilogare nomine e decisioni assunte per vedere che Lombardo, da sempre, gioca da solo. La crisi del governo siciliano è tutta nei modi del suo presidente. Che con sondaggi negativi in mano (l’Mpa è sotto il 4% e quindi non fa gioco nella partita per le europee) doveva spararla proprio grossa per cercare di recuperare a dieci giorni dall’appuntamento elettorale. Lo ha fatto, senza timore, come gli appartiene. e sfruttando una spaccatura interna al Pdl dove ormai ci sono due correnti in aspro conflitto, quella che fa capo al ministro Alfano e al presidente Schifani, e quella che ha come riferimento il sottosegretario Miccichè. Lombardo si è insinuato in questa battaglia e i primi risultati li ha ottenuti. In Italia, subito dopo Noemi, Lombardo è l’argomento. Gli consentirà tutto questo di superare il 4% e ottenere uno spazio nel parlamento europeo?

Difficile fare un pronostico.

Una certezza c’è. Lombardo ha mostrato una volta di più di non essere, come sostiene, un servitore delle istituzioni ma di utilizzare le istituzioni per il suo progetto. Che è quello di ottenere sempre maggiore potere. Per farsene cosa, per quali ricadute in favore del popolo siciliano, è tutto da chiarire. Quello delle accise, di una riforma della sanità scevra dalle becere spartizioni politiche, per l’autodeterminazione del popolo siciliano, sono balle colossali alle quali non crede più nessuno.

Di Carmelo Franzò

1 commento:

  1. Io ho sempre pensato che il presidente dell'Mpa Raffaele LOMBARDO ha poco di Siciliano,poi figuriamoci di Europeo.

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